martedì 29 ottobre 2013

PTN e PTA: alla ricerca del Graal

"Chi sono? Dove sto andando? Cosa sono venuto a cercare? Perché mi accade sempre la stessa cosa?” Sono domande frequenti alle quali si può provare a dare risposta per rendere il viaggio un’avventura.


PTN e PTA: alla ricerca del Graal


Tarocchi si Tarocchi no

Ebbene si, parliamo di Tarocchi, ma non delle carte a cui, come spesso si pensa, si demanda la sicurezza attraverso la conoscenza di un fantomatico futuro, o si chiedono risposte per aggirare la responsabilità delle scelte. No, i Tarocchi a cui ci riferiamo sono la chiave della porta, l’apriti sesamo che consente l’ingresso nella grotta. La grotta, per capirci, siamo noi, con le nostre paure e impulsività, con le incertezze, i dubbi e i sogni. La grotta è il luogo dove le speranze e le risorse interne emergono alla coscienza e forgiano la nostra mente, a volte piena di pensieri fuorvianti e priva al contempo del coraggio dell’ immaginazione o della manifestazione creativa. La grotta è lo spazio di silenzio e attesa dove si perfezionano i passaggi evolutivi della personalità e dove la nostra anima risuona dolcemente inviandoci messaggi di sprone e risveglio. A questo livello, gli Arcani dei Tarocchi rivestono una funzione determinante in termini di decodifica dei segnali che a volte restano incompresi e di elaborazione delle sfide che la vita ci porta a sostenere e delle quali non comprendiamo l’utilità. La valenza archetipale profonda delle lame dei Tarocchi, col loro significato ancestrale e profondo, parla direttamente al livello inconscio e rappresenta uno strumento cardine per conoscerci meglio e operare utili trasformazioni al modo con cui guardiamo noi stessi e la nostra vita.

Dolce dormire e risvegli bruschi

È vero che non sempre abbiamo voglia di interrogarci su di noi e affrontare arzigogolate e complesse evoluzioni interne per scoprire arcani misteri nascosti. A volte il desiderio di non sapere nulla e veleggiare incoscienti attraverso i meandri delle difficoltà e delle gioie della vita sembra essere irresistibile… ebbene, anche queste fasi sono viaggio della coscienza, purchè, come dice la parola stessa, sia perseguito con consapevolezza e aderendo quindi ad una precisa scelta operata con volontà senziente. Quando invece, come modalità abituale o in alcuni ambiti specifici, o momenti particolari della vita, indulgiamo nel dolce dormire della coscienza, senza porci domande e senza cercare in alcun modo di evolvere e trasformare nulla dei nostri attaccamenti o strutture mentali o relazioni o modalità di approccio alla realtà, questa finisce per travolgerci, in genere con qualche evento che percepiamo fastidioso o doloroso. È come un potente squillo di tromba o una sveglia che disturba il letargo e ci impone un cambiamento. Senza dunque attendere di essere travolti, si può provare a cavalcare l’onda semplicemente dando, ove possibile, un senso alle cose e ponendoci una domanda chiave: “dove sono in questo momento?”. La risposta si trova sempre dentro di noi, a volte coadiuvata da sostegni esterni come la meditazione, pratiche di consapevolezza corporea, processi elaborativi terapeutici, o strumenti alternativi tra i quali, ad esempio, i Tarocchi Archetipali Evolutivi.

Cosa sono PTN e PTA

PTN e PTA sono l’acronimo di Piano Tarologico di Nascita e Piano Tarologico Annuale. Il PTN, Piano Tarologico di Nascita, è lo schema elaborato per offrire una fotografia generale della nostra incarnazione; eredità genetiche, sfide, motivi ricorrenti, le risorse e soprattutto dove è orientata la ricerca, dove risiede la meta di questa vita. Attraverso lo stimolo dato dalle immagini archetipali e dalla loro lettura, possiamo comprendere meglio il perché di condizioni ripetitive e di ostacolo al nostro procedere, così come è utile orientarci sul processo globale, rispondendo in sintesi alla domanda “cosa sono venuto ad apprendere? Perché sono qui?”. Funzionale al PTN è il PTA, cioè il Piano Tarologico Annuale, che si calcola più o meno nei pressi della data del proprio compleanno. Con la lettura del PTA avremo modo di scoprire cosa ci riserva nel dettaglio, a livello energetico, l’anno in corso e ogni singolo mese e come trovare le risorse opportune per affrontare in modo costruttivo il nostro viaggio di crescita ed espansione. Una sessione di PTN o PTA durano circa un’ora e mezza e richiede serenità e calma. È l’occasione per concedersi un momento per se stessi, per fare il punto, trovare il centro, ri-orientarsi. Avvincerci nel viaggio, entusiasmante, attraverso la ricerca del Graal, che in questa vita rappresenta la lezione evolutiva integrata. 

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I tarocchi archetipali e il riequilibrio energetico
L'arcano del momento presente




lunedì 27 maggio 2013

poeti e poesie



poeti e poesie è un sito di promozione della poesia e della creatività attraverso le parole.



le poesie di Elena Trezza



Dopopranzo

Ronza piccola ape
Il gatto ti guarda pigro
sotto la pianta di pomodori;
menta e rosmarino
si mischiano alle rose
uccelli, chiacchierano sottovoce;
il gelsomino, con il fiore del tiglio
intreccia il dolcissimo profumo;
io, come una regina, bevo sole e sorrido.

Tristezza

Tristezza.
Velo sottile
palpebra socchiusa
sui frantumi di una vita.
Se scrivere sapessi
di ogni lacrima non versata
riempirei l’universo
di parole.

Madre

Del tuo giardino
ho colto il frutto:
radiante amore
ardente
come stella nel mio cuore
mentre il treno allontana
la tua figura esile.
Scia argentea di luna
sull’acqua scura
segue la mia piccola barca
come faro;
il sole è dentro
serbato col tuo volto
in quieta attesa di nuovo mattino.
Non conta
quanto dura questa notte
l’aria è dolce di gelsomino.
Grata mi affido
alla magia delle maree
sagge
di silenziosa vita.


lunedì 13 maggio 2013

convincere



Telemaco, la nuova risorsa


CONVINCERE

MENSILE ON-LINE



di Elena Trezza

Nel disfacimento totale di un sistema che, pur frantumato, resiste a se stesso, osserviamo come il nuovo si stia affacciando all'orizzonte con caparbia determinazione.
Gli archetipi di ancoraggio stanno mutando sensibilmente, e per sostenere questo cambiamento è necessario comprenderlo.
Come già spiega bene Massimo Recalcati, stiamo assistendo ad una sostituzione di valori di riferimento che fanno capo a figure ben definite nella nostra storia culturale; mi riferisco a tre personaggi mitologici di chiara fama: Edipo, Narciso e Telemaco.
Andiamo con ordine: Edipo, in conflitto con la figura paterna, è stato incarnazione attiva di ben due generazioni, quella del mitico '68 e quella succedanea del '77. Della seconda, ancorché in erba, ho fatto attivamente parte e quindi a pieno titolo posso esprimermi; è stato un momento esaltante ideologicamente e pregno di appassionata vitalità che si è espressa sostanzialmente nella contrapposizione all'autorità e alle istituzioni sia politico/giuridiche che morali ed etiche, caratterizzata dunque da profonda ribellione al sistema, con derive talora anche distruttive e devianti (gli anni di piombo ne sono un esempio).
Da protagonista posso testimoniare come, alla sensazione di procedere verso nuovi lidi col vento in poppa, si sia sostituita, dall'inizio degli anni '80 una sorta di narcosi collettiva all'interno della cerchia dei miei coetanei, che come una cappa sentivo gravarmi addosso mentre il senso di incomunicabilità aumentava sensibilmente. E' quello che accade quando l'interlocutore, l'altro da te, in questo caso la società nel suo complesso, cambia archetipo di riferimento rispetto a quello a cui noi internamente, e spesso a livello inconscio, aderiamo. 
Come spiego nel video "cos'è un archetipo?", ogni figura di riferimento ha le sue leggi e le sue trame da seguire; è come procedere su un determinato binario e non su altri: stando sul tuo treno, puoi vedere i treni che passano di fianco a te, ma ognuno procede su un binario univoco e verso diverse direzioni e destinazioni. 
E' così che accade di sentirsi alieni al mondo che ci circonda, incapaci di scambio e interazione.
Negli anni '80, il mito di Narciso è stato sostenuto abilmente dall'avanzare del  thatcherismo e dal contrasto da parte dell'ideologia del liberismo al preesistente ideale economico keinesiano. Questo ha generato generazioni fortemente orientate ad un meccanismo egocentrato, basato, come Narciso, sull'immagine e specificamente sull'immagine di sè. 
Niente più lotte sociali dunque, scomparsa significativa di contestazioni verso il "padre" sistema, ma ricerca parossistica di un edonismo costruito sul consumo e sul profitto che lo genera.
Qui basti ricordare che Narciso si sottopone ad una sorta di lento suicidio, non potendo raggiungere l'oggetto del suo amore, ovvero la fallace sua immagine riflessa. 
Ed è esattamente questo quello che sta accadendo alla classe media europea, e certamente italiana, che, irretita da falsi miti e accecata dal baluginio di beni voluttuari firmati e variegati orpelli, avendo distrutto l'autorevolezza della saggezza insieme alla bieca autorità, e perdendo di vista il senso del proprio destino per conformarsi ai propri capricci, adesso vede sgretolarsi il fulgore della sua stessa immagine, non potendo trovare, nel riflesso, una risposta.
Ebbene la risposta, il senso, è nel nuovo mito; nella sostituzione consapevole di un diverso riferimento culturale, che ponga le basi per un procedere alternativo: Telemaco.
Figlio di Odisseo e Penelope, dà vita alla Telemachia, cioè ai primi 4 canti del poema omerico. In essi non c'è padre, Ulisse, ma solo il figlio, Telemaco, alla sua ricerca. Il giovane, ormai raggiunta l'età per comprendere, capisce che l'assenza del padre - principio etico - ha fornito ai Proci - parassiti dimoranti da anni nella reggia (ci ricorda qualcosa?) - la possibilità di insediarsi incontrastati e insidiare la madre Penelope - terra di saggezza e pazienza -. La vicenda termina con il ritorno di Ulisse e con la cacciata dei Proci da parte di padre e figlio, finalmente insieme per il raggiungimento di un intento comune.
Trasporre l'archetipo nella realtà odierna è sin troppo semplice: la crisi del conservatorismo liberistico e capitalistico è sotto gli occhi di tutti, e questo genera una radicale revisione dei rapporti sociali e comunitari, nonchè, soprattutto, una nuova visione di noi stessi alla luce di rinnovati valori interni e priorità. Ritrovare la forza dei principi di solidarietà e di sostegno delle radici, e agganciarli alla vitalità della libera espressione scaturente dalla giovane linfa, è la sintesi di questo archetipo salvifico (come testimonia concretamente Ferruccio di Paolo su Convincere nello spiegare la sintesi costruttiva tra messaggi istituzionali e web operata da Obama nella gestione del processo comunicativo alla nazione dopo i fatti di Boston). 
Ogni passaggio è foriero di paure, mistificazioni, errori di giudizio, difficoltà; il compito di noi tutti è quello di attuarlo con coraggio, determinazione e coscienza, nell'ottica di creare, possibilmente consapevolmente, un diverso orizzonte a cui affacciarsi e nel quale sperare e costruire per noi e per le generazioni a venire.
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sabato 23 febbraio 2013

Scienza e Natura - colore e guarigione I



COLORE E GUARIGIONE

prima parte

 Sin da piccola mi è sembrato miracoloso poter vedere le bellezze intorno a me e in particolare ero incantata dalle cromie della natura; ricordo con quanta fascinazione osservavo il cielo e le sue sfumature, o d’estate il rosso dei papaveri.Già molto giovane, pur ignorando le proprietà terapeutiche dei colori, così come la capacità dell’elemento acqua di essere il conduttore vibrazionale per eccellenza, mi intrigavano i vetri colorati, tanto da avere una discreta collezione di bottigliette di vari colori, che riempivo d’acqua e lasciavo alla luce del sole o ai raggi della luna. Probabilmente antiche memorie si affacciavano alla mente, senza che io ne realizzassi la provenienza né la portata. Di fatto l'uso del colore come strumento terapeutico affonda le sue radici nelle pratiche di molte importanti culture del passato.
Le testimonianze sugli antichi Egizi riferiscono che il giallo veniva usato per stimolare le capacità intellettive della mente, mentre il colore rosso si usava per accrescere la forza vitale.
I Sumeri si servivano dei colori per guarire i loro malati.
Anche per i cinesi il colore ha ricoperto un ruolo fondamentale: nel sistema dei cinque elementi, sul quale si basa la loro antichissima diagnostica e medicina, ogni elemento viene infatti associato ad un colore.
La tradizionale medicina indiana dell’ayurveda abbina i colori ai sette principali chakra o “ruote di energia”.
I Tibetani invece sono stati i primi ad associare il colore con la coscienza nel loro più antico libro sulla dimensione umana.
Nella tradizione occidentale troviamo un riferimento esplicito al potere curativo dei colori nell’opera dello scrittore latino Gaio Plinio Secondo (23-79 d.c.).
E’ evidente come fin dall’antichità della nostra storia occidentale, le diverse utilizzazioni cromatiche acquisiscano un proprio codice con significati che, in particolar modo in epoca medievale, si sono via via stratificati, soprattutto grazie all’araldica, e che oggi continuano a sopravvivere nei colori delle squadre di calcio e delle bandiere.
Ma come funziona la luce e perché ha questa risonanza nel nostro sistema?
 img_luce.jpg 
La luce colpendo gli occhi giunge nella retina dove viene convertita in impulsi elettrici da milioni di cellule chiamate fotorecettori. Questi impulsi viaggiano lungo il nervo ottico e giungono al cervello dove stimolano l’ipotalamo che a sua volta invia i messaggeri chimici chiamati neurotrasmettitori a regolare le funzioni autonome dell’organismo. In questo modo l’energia delle onde elettromagnetiche della luce, all’interno di una precisa lunghezza d’onda, penetra nei tessuti creando le condizioni per interagire con le cellule.
Non ci si deve quindi stupire di fronte al fatto che le irradiazioni colorate agiscano sui nostri stati emotivi, sull’andamento del nostro stato psichico e sul nostro corpo favorendo così l’equilibrio e il benessere fisico.
I colori possono essere assorbiti dal nostro organismo nei modi semplici e diretti che ci vengono offerti dalla natura quali:
la luce solare. Poiché questa luce racchiude nel suo spettro tutti i colori; è uno dei motivi per cui è consigliato il “bagno di sole”, cioè semplicemente godere della luce del sole anche per pochi minuti al giorno.
l’acqua solarizzata, come quella creata inconsapevolmente da me, ossia acqua inserita in vetro colorato e esposta all’irradiazione luminosa del sole; in questo modo l’acqua si carica dell’ energia di quello specifico colore.
gli alimenti, ossia mangiando cibi del loro colore naturale, non trasformato cioè da componenti chimici come i coloranti.
In alternativa, possiamo utilizzare semplici tecniche per assorbire le frequenze colorate:
- attraverso le irradiazioni luminose fatte con speciali apparecchiature e filtri, come la beamer light pen dell’aura-soma o l’utilizzo della radianza dei cristalli.
- attraverso gli abiti.
- attraverso il bagno, quindi con acque colorate con essenze naturali o luci speciali.
- attraverso la meditazione, la visualizzazione e la respirazione.
- attraverso il massaggio con speciali prodotti e pigmenti colorati. 
I colori sono forza vitale e fonte di energia e, se ne usufruiamo nel modo giusto, sono in grado di stimolare la formazione delle cellule del corpo e influire su nervi e organi. E’ per questo che da sempre i colori vengono usati a scopo terapeutico e, dal secolo scorso, si utilizza il termine Cromoterapia per indicare una terapia integrativa (si integra facilmente ad altre terapie o trattamenti per potenziarne il risultato) che usa i colori per aiutare il corpo e la psiche a ritrovare il loro naturale equilibrio.
colore e guarigione


Cure naturali - aurasoma colore vivente




AURA-SOMA COLORE VIVENTE


Aura.Soma colore vivente

Aura-soma è una terapia vibrazionale. Applicata al corpo e ai campi delle energie sottili, rivitalizza e bilancia noi stessi a tutti i livelli. Ci aiuta a connetterci con gli scopi più profondi della nostra anima e a comprendere meglio il senso di ciò che ci accade. 
Aura-soma: colore vivente


Ispirata nel 1984 in Inghilterra a Vicky Wall, sensitiva e non vedente, Aura-Soma combina le proprietà curative del colore, degli oli essenziali, delle erbe e dei cristalli; l'acqua utilizzata è in parte quella della fonte Chalice Well di Glastonbury, l'antica Avalon della leggenda.
Aura-Soma agisce su più livelli: fisico, emotivo, mentale, spirituale. I colori scelti da ognuno indicano l'esigenza di equilibrio in quella specifica frequenza e aiutano l'essere (ovvero il nostro se superiore, l'anima, quel quid che è l'insieme delle nostre parti e molto di più) nel suo viaggio evolutivo. 
Il cuore del sistema Aura-Soma è costituito da 109 bottiglie, dette Balance Equilibrium, che si compongono di due frazioni: una base oleosa e una base acquosa. Gli oli balance sono assolutamente naturali. Essi sono la parte del sistema che viene applicata direttamente sul corpo: basta agitare bene la bottiglia e cospargere di alcune gocce dell'emulsione il chakra indicato dal colore o la parte del corpo che sentiamo possa beneficiarne.
Ogni combinazione di colore ha delle particolari proprietà ed è consigliabile per specifiche situazioni energetiche.Tuttavia non è consigliata, nel senso che Aura-Soma è una auto-terapia: l'utilizzo appropriato infatti richiede la scelta individuale e dal vivo di quattro tra le 109 bottiglie del set completo, che verrà poi spiegata dal consulente attraverso una lettura dettagliata e personalizzata, in uno spazio di meditazione, ascolto e intima partecipazione nel quale ognuno possa sentire svelarsi, come una trama nascosta, il messaggio della propria anima.
Aura-Soma non è un metodo intrusivo.Nnessuno può scegliere al nostro posto perchè noi siamo i maestri di noi stessi. Scegliamo le bottiglie che ci attraggono e che ci raccontano di noi attraverso il colore... scoprendo come migliorare il nostro benessere e aiutarci a realizzare le nostre potenzialità. E' per questo che lo slogan di Aura-Soma è : TU SEI IL COLORE CHE SCEGLI!   

Cure naturali - i tarocchi archetipali




I tarocchi archetipali

Intervista di Elisa Cappelli a Elena Trezza


Cosa sono i tarocchi archetipali? E come si può ricercare l'unione e l'equilibrio del sistema attraverso essi? Farsi un'idea della persona prima di contattarla è importante. Per parlare di tarologia archetipale evolutiva e Aura-Soma abbiamo voluto sentire Elena Trezza, naturopata e operatrice del benessere operante in Umbria.

i tarocchi archetipali

La relazione di sostegno che intesse con il cliente si basa spesso sulla rilettura di abitudini comportamentali di cui talvolta non si è nemmeno consapevoli?

Certamente, anzi direi che è la base del lavoro. Spesso le persone che mi chiedono sostegno sono consapevoli di voler modificare qualcosa che li costringe in situazioni di disagio o dolorose, ma non sanno dove cercare.
Il mio apporto è principalmente indirizzato a provare afare luce nei meandri dei comportamenti inconsci e spesso costringenti che inducono ognuno di noi ad assumere atteggiamenti, pensieri e reazioni automatizzate e aprioristiche di cui non siamo assolutamente consapevoli, ma che ci fanno soffrire.

Cosa sono i tarocchi archetipali evolutivi?

Per riprendere il discorso appena fatto, è come se noi dovessimo aprire delle stanze interne a noi, stanze segrete, sconosciute, o conosciute, ma di cui non possediamo il codice d’accesso. Ebbene i tarocchi archetipali sono le chiavi che aprono le porte di quelle stanze. Bisogna dire che i tarocchi sono uno strumento fortemente demonizzato per secoli e che tutt’ora è frainteso. Non si è a conoscenza del fatto che gli arcani dei tarocchi sono semplicemente rappresentazioni simboliche del nostro complesso mondo interiore, che si nutre di archetipi. Archetipo vuol dire originale, preesistente; chiunque faccia parte del genere umano, a prescindere dalla propria matrice culturale, vive dentro un mondo archetipale, che ha i suoi diktat, le sue regole di comportamento, le sue leggi specifiche.
Questo in sé non è un problema, poiché, se ne siamo consapevoli, possiamo scegliere di cambiare. Non è sempre semplice, ma si riesce, però dobbiamo comprendere il meccanismo che sottende il nostro comportamento e l’archetipo che ci agisce. È un cammino, un percorso evolutivo, per questo ho coniato l’acronimo Tae: Tarocchi Archetipali Evolutivi.

Dove ha appreso la tarologia?

Devo essere sincera? Da nessuna parte. Da adolescente mi capitò tra le mani un mazzo di arcani maggiori usciti da non so che rivista; mi parlarono, semplicemente, ed io seppi ascoltarli. La cosa non mi stupì, perché già allora ero una ragazza piuttosto sensitiva, con attitudini spiccate per la extrasensorialità.
Posso quindi dire che i tarocchi mi hanno accompagnato tutta la vita, anche se solo molto dopo ho iniziato a servirmene per lavoro. Naturalmente da adulta ho letto tutto lo scibile reperibile sull’argomento e ho acquisito molte informazioni, come amo fare per ogni argomento di cui mi interesso, ma il mio modo di approcciare i tarocchi resta fondamentalmente intuitivo e personale.

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Lei lavora anche con l'Aura-Soma? Può spiegarci di cosa si tratta? 

L’Aura-Soma è una auto-terapia basata sulle cromie. Un set è composto da 111 bottiglie colorate e bellissime che il cliente sceglie da solo in numero di 4. Il consulente farà solo da tramite per decodificare la scelta.
Si tratta di nuovo di simboli, in questo caso dell’energia vibratoria dei colori che sono anch’essi archetipi, e che, a seconda delle combinazioni scelte, si orchestrano in un messaggio personalissimo per il consultante. Una lettura Aura-Soma è un momento di incontro con se stessi e con la propria anima, per ascoltare dove essa ci invita a guardare. Spesso, quando questo può facilitare la comprensione, io associo alla lettura delle bottiglie scelte gli arcani dei tarocchi corrispondenti, proprio perché l’energia è una, ma tante le chiavi interpretative utili.

Siamo andati a sbirciare nel suo sito. Il video dedicato ai suoi seminari ci ha colpito, perché c'è una buona dose di abbracci, figure simboliche, visi, carte e corpi. Ci parla dell'ultimo seminario che ha condotto e del prossimo cui sta già pensando?

Si, nei miei seminari sono attenta a creare momenti teorici, poiché la mente vuole nutrimento attraverso informazioni e conoscenze, e momenti esperienziali; dove il corpo, la sensorialità, l’emozionalità abbiano spazio e voce. Questo perché credo che quello che conta sia capire con tutti noi stessi, non solo con la testa. A parte il ciclo di seminari sugli arcani, che ripropongo molto frequentemente, ultimamente ho tenuto in varie sedi il seminario sugli archetipi del femminile “il tempo della vita, la radianza della dea bianca”, perché in questa fase storica credo che sia importantissimo che gli esseri incarnati nel sesso femminile si sentano liberi di esprimere al massimo la loro energia, liberandola da schemi preesistenti, e questo a beneficio della trasformazione di tutto il pianeta.
I seminari in corso di preparazione, a cui sto lavorando, sono due: il primo riguarda l’energia di risveglio dei Maestri Ascesi, usando sempre aura-soma e il secondo gli archetipi delle favole più conosciute. Soprattutto quest’ultimo, vorrei che tirasse fuori anche la nostra energia bambina e giocosa che porta in espressione la speranza e la creatività, elementi necessari per costruire il nuovo.

Ultima domanda. Lei opera in Umbria, zona molto spirituale. L'energia di questa terra influenza in qualche modo il suo lavoro?

Io mi sposto molto in tutta Italia, ma effettivamente la sede del mio studio è in Umbria, anche se non sono umbra, sono napoletana; a 16 anni con mia madre abbiamo passato un’estate a girare questa meravigliosa regione ed è rimasto impresso indelebilmente nel mio cuore il senso della bellezza, della pace e della spiritualità semplice e diretta che il messaggio di Francesco veicola.
Quello che provo nei confronti di questa terra è una costante gratitudine; l’apporto di silenzio, serenità, contatto con la natura di cui usufruisco ogni giorno facilita la connessione con me stessa e la percezione che siamo qualcosa di più vasto di quello che, a volte, crediamo.




Cortina Magazine - natura maestra







NATURA MAESTRA DI

 BEN-ESSERE





Su Cortina Magazine summer 2012
articolo di Elena Trezza

Distese fiorite e giornate luminose: tempo di passeggiate nella splendida natura che ci circonda e momento propizio per ritrovare il contatto con noi stessi e col nostro benessere. Anzi ben-essere, ovvero la consapevolezza
che solo se siamo, potremo vivere bene, poiché il benessere scaturisce da dentro.
E’ dunque proprio la passeggiata tra prati e boschi ad offrirci la meravigliosa opportunità di sentirci naturalmente vivi, sintonici con l’ambiente e con noi stessi, spogliandoci di pensieri, stress e fardelli del quotidiano.
Operazione semplice, ma non facile, che necessità di due paroline miracolose: lentezza e silenzio.
Lentezza: lasciamo dietro le nostre spalle la lotta quotidiana, e le mete da raggiungere: concediamoci di andare lenti, senza meta, senza obbiettivo se non quello di riprendere un giusto ritmo naturale, che vibri col battito del cuore e col respiro. Questo semplice accorgimento ci riporterà ad uno stato di quiete interno.
Silenzio: citando il filosofo tedesco Ernst Junger, “quando tutto è silenzio, le cose cominciano a parlare; pietre, animali e piante diventano fratelli e sorelle e comunicano ciò che è nascosto.” Che siamo da soli o con amici, poche parole, e cellulari, i-pad, mp3, possibilmente sul comodino di casa: è tempo dei suoni della Natura!
Quante lingue conosce, quanta musica… dal frusciare delle foglie, al cinguettio degli uccelli, lasciamoci penetrare dalle sue mille voci, benefiche per la nostra mente sempre troppo attiva.
Se poi la nostra efficienza prevale nonostante tutto, niente di meglio di un bosco estivo per approfittare dei
doni terapeutici di Madre Natura: dall’ortica, che, ottima nel risotto, è erba povera alla vista, ma ricca di clorofilla, sali minerali (soprattutto di ferro, fosforo, magnesio e calcio), vitamine A, C e K, alla lavanda profumata, la cui azione rilassante e antisettica è nota dai tempi dei tempi. Nelle passeggiate montane è facile imbattersi in conifere come il comunissimo pinus silvestris; ebbene non perdiamo l’occasione di raccogliere un po’ di resina che può essere efficacemente impiegata in fumigazioni e vapori per purificare l’aria degli ambienti. Altre piante considerate umili per apparenza e ampia diffusione, ma ricche di doni presiosi, sono la menta e il tarassaco. La prima, essiccata e sparsa sul cibo ne agevola la digestione; in gargarismi disinfetta il cavo orale e in infuso è un decongestionante perfetto per la pelle del viso. Il tarassaco, riconoscibile dall’allegro fiore giallo, come succo o decotto è un disintossicante epatico così efficace che ne viene consigliata la cura stagionale (tarassacoterapia). E come dimenticarsi delle proprietà antiossidanti e rinvigorenti dei frutti di bosco, nell’attimo magico in cui un lampone ancora caldo di sole ci delizia il
palato? Assaporiamo il frutto e il Ben-Essere ritrovato.