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Vday: OLTRE gli slogan
di Elena Trezza

su Corriere Pievese


Vday: OLTRE gli slogan

La piazza piena, l’entusiasmo e la partecipazione attestano che il MoVimento 5 Stelle c’è e gode di ottima salute, ma questo si sapeva già. Quello che costituisce novità è quell’ “OLTRE” ignorato – quando non mistificato – dalla stampa nazionale. Proviamo sinteticamente a definirlo. OLTRE è il tenore degli interventi succeduti a Beppe Grillo. Interventi chiave in termini di lungimiranza e visione prospettica di un mondo da costruire, nell’ottica di nuove linee strategiche globali. Quando Micah White (attivista di Occupy Wall Street) ci parla di solidarietà globale, o Helena Norberg-Hodge (fondatrice del ”International Society for Ecology and Culture”) ci parla di Economia della Felicità attraverso la localizzazione, ovvero la valorizzazione economica delle comunità locali, ci offrono una logica interpretativa che tende ad un cambiamento radicale: dall’avere all’essere, da un’esistenza trascorsa come consumatori passivi, ad una vita vissuta come persone consapevoli. Pura utopia? Ebbene no. Quando Beppe Grillo argomenta la sua proposta esponendo grafici e statistiche, e una piazza gremita ascolta e commenta interessata nonostante la rigida temperatura dicembrina, realizza nei fatti un processo concreto di democrazia: produrre informazione, senza la quale non è possibile attuare il principio della libera scelta. Trasformare un comizio di piazza in un convegno a cielo aperto, non solo per i tantissimi presenti ma per ogni italiano collegato in streaming, non è teoria, è realtà. E’ andato OLTRE. Quando, come documentato dalla foto, il senatore della Repubblica Sergio Puglia spende la sua domenica a dialogare di lavoro con i cittadini (senza scorta, si badi bene!) sta dimostrando concretamente che il cambiamento non è una parola fumosa o astratta fantasia. Sta testimoniando che fare politica è servizio, non profitto. Il Vday del 1 dicembre 2013 è andato OLTRE la protesta. Oggi, chi ha bisogno di protestare sa che è inutile votare MoVimento 5 Stelle. Lo faccia invece, e convintamente, chi ha voglia di costruire una nuova visione di essere cittadino di questo mondo. Chi ha voglia di rendersi protagonista del proprio futuro e non spettatore passivo. Chi ha voglia di trovare con gli altri, partecipando e condividendo, le soluzioni più utili. Partendo dalla propria città, dal proprio paese, dal proprio piccolo, grande impegno.
   




E L'ALTRA PIEVE COSA NE PENSA?
di Elena Trezza

su Corriere Pievese


E L'ALTRA PIEVE COSA NE PENSA?




“E l’altra Pieve che ne pensa? La Pieve dei pievesi, la Pieve dei giovani e dei lavoratori, la Pieve dei professionisti, la Pieve delle imprese che ci provano, la Pieve dei tanti uomini e donne delle associazioni e del volontariato. Questa Pieve che ne pensa?” Nell’articolo del 19 ottobre “ELEZIONI COMUNALI: dopo Manganello partono i 5 Stelle” così recita il Corriere Pievese, che ringraziamo. Pone infatti un importante quesito che certamente appartiene non tanto alla logica politica, quanto alla caratterizzazione strutturale del MoVimento 5 Stelle, potremmo dire alla consistenza del suo dna. “Cosa ne pensi?” vorremmo che fosse il leitmotiv che mantenga in rapporto costante le istituzioni e i cittadini, il filo conduttore delle scelte politiche e strategiche, il fulcro della vita comunitaria di ogni paese che si fregi della parola democrazia. E’ per questo che Il M5S ha predisposto una consultazione aperta per la candidatura al consiglio comunale, ed è per questo che le scelte fin qui intraprese sono state elaborate insieme in incontri settimanali visionabili a tutti sul web e accessibili a chiunque abbia voglia di partecipare; incontri ai quali, sotto un gazebo facilmente visibile nei giorni di mercato, gli attivisti hanno invitato la cittadinanza ad intervenire e dire la loro. E’ infine per questo che sono state organizzate serate pubbliche aperte a tutti, perché ognuno potesse informarsi e confrontarsi su temi specifici come la questione dei rifiuti o la crisi economica secondo la Me-MMT. Questa, per quanto poco risonante, è storia, dati di fatto accertabili e incontrovertibili. Ed è solo l’inizio. Il MoVimento 5 Stelle non è un partito; come ben dice la parola, è un moVimento in movimento. È un contenitore che include il concetto di divenire, di cambiamento, non solo fuori ma anche dentro se stesso. Partecipare al MoVimento implica una flessibilità di pensiero che travalica il modo fin qui abituale di concepire la politica, verticistica e autoreferenziale, basata sul concetto di delega e di de-responsabilizzazione. Partecipare al MoVimento induce una trasformazione delle proprie abitudini e della disposizione personale a mettersi in gioco. È faticoso. Ma è avvincente. Ti fa sentire vivo e soprattutto, ti fa sentire soggetto attivo della tua vita. Siamo dunque i primi a chiederci “l’altra Pieve cosa ne pensa?”. Nella speranza di accogliere "l’altra Pieve" come simpatizzanti e attivisti ai nostri meetup o ai prossimi appuntamenti informativi aperti a tutta la cittadinanza, continuiamo nella costruzione del sogno di una Pieve degna della sua bellezza e del suo passato.


BILANCIO PARTECIPATO - la nuova democrazia
di Elena Trezza

su Corriere Pievese

BILANCIO PARTECIPATO – la nuova democrazia

Il concetto di democrazia è largamente consolidato nel nostro sistema di valori. La cosa non stupisce se ricordiamo che il termine, letteralmente tradotto (δῆμος: popolo e κράτος: potere) governo del popolo, trova le sue radici nella culla della nostra cultura, la dimenticata e tormentata Grecia. Nell’Atene del 450 a.c. si attuava quella forma di democrazia che noi definiamo diretta o partecipativa: il popolo sovrano esercitava direttamente il potere riunendosi nell’agorà e discutendo e votando leggi e posizioni strategico/politiche. Pur rimarcando come anche allora si configurassero forme di ingiustizia sociale e di genere (le donne non erano ammesse alle assemblee, così come gli schiavi), l’esempio ateniese rimane una pietra miliare, nell’immaginario collettivo occidentale, del sistema di organizzazione dello stato, che nei secoli si è consolidata nella forma della democrazia rappresentativa. Quest’ultima è quella adottata nel nostro paese e garantita dalle norme vigenti che prevedono che rappresentanti liberamente eletti dal popolo siano delegati a legiferare e prendere decisioni in vece e per conto dei cittadini. Ebbene questo sistema, per creare il quale si è pagato il prezzo di sangue e lacrime durante le rivoluzioni americana e francese del diciottesimo secolo, e che ha mietuto vittime ingenti anche nei primi 50 anni del ventesimo secolo durante le dittature spagnola, italiana e tedesca, adesso sembra conoscere un periodo di declino che richiede una urgente e attenta revisione critica. Senza addentrarci sulle cause di questa crisi, riteniamo sia giunto il tempo di ridisegnare, attualizzandolo, il modello primigenio, ovvero la democrazia partecipativa, e rimarcarne l’efficacia trasformante sull’organizzazione della società attraverso uno dei suoi cardini portanti: il bilancio partecipato. E’ bene intendersi: il bilancio partecipato non è una riunione serale dove giunte comunali più o meno ben intenzionate mettono al corrente i cittadini delle voci di spesa inserite nel bilancio comunale da approvare. Il bilancio partecipato è un percorso di partecipazione dal basso che coinvolge la popolazione in ogni sua fase, dai progetti al reperimento delle risorse, e ha un carattere finanziario, il che vuol dire che implica la possibilità per i cittadini di poter intervenire e gestire le proprie risorse. Inoltre, ciò che lo caratterizza è la possibilità di sviluppo di un modello sociale organizzativo condiviso nella sua totalità, così da individuare un progetto lungimirante sul futuro di una comunità che, nel condividere, sviluppa nuove relazioni sociali e soprattutto visione comune sugli obiettivi a lungo termine per se stessa e per le generazioni a venire. Stiamo parlando di un approccio antropologico nuovo, in radicale divergenza col modello attuale e implicante una diversa e più centrale concezione filosofica dell’uomo e della vita su questo pianeta. In Italia esistono già diverse esperienze in tal senso e in ogni comune la modalità strutturale partecipativa ha connotazioni diverse, applicando i criteri di partecipazione sulle esigenze del proprio territorio, e modificandone in itinere le regole in modo flessibile, secondo le necessità che sopravvengono. Nell’ottica di poter annoverare anche Città della Pieve al computo dei comuni pionieri, ringraziamo il sindaco Riccardo Manganello e la giunta comunale per lo sforzo intrapreso con la serata del 6 c.m., meramente informativa, ma senz’altro interessante. Auspichiamo che a questo primo approccio seguano iniziative fattive verso la concretizzazione di un percorso di revisione del rapporto cittadino/amministrazione pubblica, che dia vita al sogno di una comunità integrata, viva ed esprimente se stessa in modo pacifico e creativo, secondo un principio di equità e trasparenza. Utopia? “E’ dall’utopia che nasce la speranza” (E. Olmi – Lettera a una chiesa che ha dimenticato Gesù”). E dalla speranza nasce, cresce e si consolida la coscienza della volontà in azione.


19-06-2013 - Movimento 5 Stelle








LA RIVOLUZIONE IRRINUNCIABILE
di Elena Trezza

su Corriere Pievese e Trasimeno 5 Stelle

La rivoluzione irrinunciabile

Le epoche, si sa, sono caratterizzate da eventi e condizioni umane che ne evidenziano le differenze, a volte anche molto marcate e spesso in contrapposizione alle precedenti. Quella che stiamo vivendo pare contrassegnata, almeno nel momento attuale, da un empito rivoluzionario, trasversale e generalizzato su gran parte del pianeta. Dalle rivoluzioni colorate di inizio millennio negli stati post-sovietici, ai più recenti moti nord-africani, e senza disconoscere la grave situazione siriana, il desiderio di cambiamento sta attraversando anche il mondo occidentale in modo più o meno confliggente col potere politico o economico: il popolo di Seattle ha inaugurato la lotta no-global contro la logica delle multinazionali, ripresa anche da Occupy Wall Street, esempio di movimento dal basso che in modo pacifico tenta di scardinare le logiche finanziarie correnti attraverso l’aggregazione in luoghi simbolo come la borsa di New York; indimenticabile la Puerta del Sol gremita delle variopinte tende improvvisate degli indignados spagnoli, con i loro orti urbani e la musica dei tamburi, mentre è d’obbligo portare attenzione a Francoforte, dove recentemente giovani di vari paesi europei si sono riuniti per dar vita ad una contestazione non violenta nei pressi della sede tedesca della BCE e contestualmente hanno costituito un vero e proprio laboratorio politico per ridefinire i parametri dell’Europa dal basso, in sostituzione dell’Europa tecnocratica basata sulla logica dei capitali. Ed eccoci in Italia. Una meravigliosa, pacifica rivoluzione sta attraversando il paese; senza clamore, disordini e demagogiche intemperanze, si affaccia nel panorama politico del nostro disgregato parlamento e, riconosciuta o meno, pone in agenda temi inusitati e quanto mai scomodi per le logiche di apparato, come l’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti. La sua forza è data dalla visione, nuova come un vento di primavera, che superati i vecchi criteri di contrapposizione ideologica è il tempo di creare un sistema innovativo e semplice, basato sulla qualità e dignità dell’essere umano e della vita su questo pianeta. Il Movimento 5 Stelle, come un’onda in piena, ha intercettato con un tempismo perfetto il bisogno di appropriazione di quel cambiamento che in fieri alberga nel cuore di tanti da troppi lunghi anni. Oggi, inarrestabile, la trasformazione si fa strada per essere protagonista delle prossime vicende della storia. Come ogni processo innovativo, ci saranno e ci sono errori, disfunzioni, momenti di arresto e altri di progressione dinamica; inevitabile la resistenza anche violenta - se non nella forma, senz’altro nella sostanza - che il sistema costituito mette in atto per deformare i processi di informazione e manipolare le scelte politiche degli italiani. La sensazione diffusa che le logiche sin qui operate dall’apparato di potere si stiano sgretolando come un vecchio muro polveroso, già troppe volte puntellato, è ormai sempre più forte e consolidata e si aggira impalpabile tra le menti fin qui obnubilate dai media nazionali. La verità della natura ci insegna che tutto si trasforma: non si possono arrestare i processi di cambiamento. Vale la pena quindi, piuttosto che resistere in un disperato tentativo di salvaguardia della tranquillizzante realtà conosciuta, cavalcare l’onda del nuovo, dirigendone ove possibile la direzione. Parliamo quindi di democrazia partecipativa, responsabilità civile, principio di non delega, condivisione di obiettivi, visione rinnovata. Un atto di coraggio, come ogni trasformazione richiede, un anelito di dignità e rispetto verso noi stessi. Per non dover ammettere, in fine, di non aver neanche tentato di creare qualcosa. Per poter orgogliosamente guardare negli occhi dei nostri figli e avere una eredità da trasmettere.
    10-06-2013 - m5s




PASSIGNANO A CINQUE STELLE: IL FUTURO DIVENTA PRESENTE

http://www.trasimenocinquestelle.it/2013/05/passignano-a-5-stelle-il-futuro-diventa-presente/


PASSIGNANO A 5 STELLE – IL FUTURO DIVENTA PRESENTE.

“Non siamo qui solo per dirvi cosa fare per Passignano, ma cosa cambiare nella logica con la quale si prendono le decisioni”.
Queste le parole d’esordio del candidato sindaco per il Movimento 5 Stelle che ieri sera a Passignano sul Trasimeno ha presentato il documento programmatico nei suoi punti salienti.
Cristiano Baldoncini, 37 anni, eloquio semplice e diretto, è stato chiaro: “i punti del programma sono un inizio, il resto lo sviluppiamo insieme, perchè questo è il modo di fare politica del M5S”. Un invito preciso dunque, prima che a discutere di contenuti, a provare a trasformare il paradigma consolidato della delega di rappresentanza in favore della nuova modalità, più attiva e responsabile, della democrazia partecipata. A questo scopo è stato stilato un punto di programma innovativo – viene enfatizzato come il M5S di Passignano sia il primo in Italia ad avanzare la proposta – riguardante la progressiva sostituzione della figura degli assessori con comitati di cittadini.
Baldoncini ha quindi brevemente esposto gli strumenti con i quali si può iniziare a aderire a questo modello che, se il M5S avrà rappresentanza, sarà attuato nel minor tempo possibile affinchè i cittadini tutti possano esprimere la loro opinione in fieri, ovvero mentre le decisioni si costruiscono, e non solo prenderne visione a chiusura dei bilanci e delle sedute comunali. In attesa dell’esito delle prossime elezioni, Baldoncini ricorda che è già possibile condividere le proprie idee e proposte attraverso il Meeup di “Passignano sul Trasimeno a cinque stelle”, una piattaforma di tipo aggregativo già attiva in rete. (http://www.meetup.com/Passignano-sul-Trasimeno-a-5-Stelle/)
Ma veniamo agli altri punti di programma che si potrebbero riassumere in due parole: turismo e lavoro.
Considerando l’area geografica di cui parliamo, le bellezze del lago e dell’Umbria, i due punti sono strettamente connessi; la riqualificazione del territorio fornirebbe inevitabilmente nuovi posti di lavoro e incentiverebbe gli esistenti. Una idea perno è quella di lavorare sulla sistemazione della pista ciclabile e pedonale intorno al Lago, affidandone la manutenzione, per i tratti di competenza comunale, a punti di ristoro e servizi pertinenti; questo garantirebbe occupazione e attrattiva turistica al tempo stesso.
Circa il Parco della Rigonella e Isola Minore, saranno contattati i proprietari privati per tentare un coinvolgimento di quelle aree nel progetto globale di riqualificazione.
Ma uno sguardo attento è orientato anche al rilancio della piccola impresa locale, linfa vitale del centro storico, fortemente interconnesso ad una politica di incentivazione di incoming turistico. Coerentemente con questa impostazione verranno sostenuti i Gruppi di Acquisto Solidale, al fine di ridurre la filiera produttiva, con conseguente vantaggio economico, energetico, e di qualità sia per il consumatore che per la comunità.
A proposito di comunità, il M5S di Passignano non dimentica i giovani promuovendo la creazione di un centro ricreativo giovanile, di cui il paese sente necessità e urgenza.
E parlando di giovani, Baldoncini auspica ancora la loro partecipazione alla politica, perché possano attivamente costruirsi il futuro in un’ottica di condivisione.
D’altra parte questo gruppo di “cittadini attivi”, come il potenziale sindaco definisce se stesso e i 9 candidati in lista, offrono un esempio concreto, negli interventi dei candidati stessi, di come la freschezza di Francesca Cardinali, coesistendo con la più matura saggezza di Fausto Renzo di Rupo, possano unirsi nella passione espressa quando parlano della loro comune nuova visione del concetto di democrazia.
Elena Trezza


anche su Corriere dell'Umbria del 11.05.2013


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